
Rubrica: Agenda 2030 Nazioni Unite – Articolo 8
Goal 2 – Sconfiggere la fame

Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare lanutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile
Negli ultimi 20 anni la lotta contro la fame nel mondo ha fatto passi da gigante. Questo è un dato indiscutibile.
Tuttavia, oltre 800 milioni di persone non hanno ancora accesso a un regime alimentare adeguato e ben 2 miliardi di persone sono tuttora affette da carenze nutrizionali. Questo è un dato altrettanto indiscutibile.
Vi piacciono i dati? Amate i numeri? Pensate anche voi che aiutino a fare charezza? Bene, allora apprezzerete sicuramente le righe che seguono.
Eccovi qui i numeri della fame nel mondo:
381 milioni le persone denutrite nel mondo che si trovano in Asia
250 milioni le persone denutrite nel mondo che si trovano in Africa
750 milioni le persone che nel 2019 sono state esposte a gravi livelli di insicurezza alimentare (quasi 1 persona su 10 nel mondo)
2 miliardi le persone che si stima non abbiano ancora avuto accesso regolare a cibo sicuro, nutriente e sufficiente.
144 milioni i bambini sotto i 5 anni colpiti da arresto della crescita nel 2019
47 milioni i bambini sotto i 5 anni colpiti da deperimento o denutrizione acuta, una condizione causata da un limitato apporto di nutrienti e da infezioni nel 2019
840 milioni le persone colpite dalla fame entro il 2030, se le tendenze recenti continueranno (ovvero il 9,8 per cento della popolazione mondiale).
La nota dolente è che con questi numeri sarà una vera e propria mission impossible raggiungere il goal 2 (ovvero “porre fine alla fame”) entro il 2030.
Non dimentichiamoci comunque che “porre fine alla fame” è soltanto la punta dell’iceberg di questo Goal 2: gran parte dei suoi target sono infatti dedicati alla promozione di un’agricoltura sostenibile e che preservi le biodiversità, a un regime alimentare sano e infine allo spreco alimentare, tutti temi tra loro fortemente interconnessi per il raggiungimento del Goal 2 stesso.
Combattere i cambiamenti climatici, garantire l’accesso a cibo e sicurezza alimentare, ridurre gli sprechi e le perdite alimentari, arrestare la perdita di biodiversità e sostenere l’occupazione nelle aree rurali e urbane sono tutte facce della stessa medaglia.
Se si considera che oggi più di metà della popolazione mondiale vive in insediamenti urbani e che questa percentuale è destinata ad aumentare in modo vertiginoso nei prossimi decenni (secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, nel 2050 2 persone su 3 vivranno in insediamenti urbani), si può arrivare a prevedere che ben l’80% del cibo sarà consumato nelle città.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) ha quindi identificato 5 modi (o come piace dire a noi “green best practices”) attraverso cui le città possono (anzi dovranno) influenzare positivamente i sistemi alimentari:
- accorciare le filiere alimentari, offrendo accesso ai mercati e nuove possibilità economiche a piccoli produttori e distributori supportando l’economia locale e riducendo al contempo le emissioni prodotte dalla logistica alimentare
- promuovere diete più sostenibili, operando sugli appalti pubblici (per esempio i menu delle mense scolastiche) riducendo la presenza di cibo ultra-processato, poco salubre o altamente impattante dal punto di vista ambientale, offrendo incentivi economici e strumenti di premialità
- lanciare meccanismi di prevenzione e riduzione dello spreco alimentare, favorendo da un lato la redistribuzione di cibo per quei gruppi più vulnerabili e dall’altro introducendo misure per prevenire e ridurre a monte i livelli di spreco nella grande distribuzione, nella ristora- zione e tra i consumatori finali
- aumentare le superfici verdi a disposizione dei cittadini per incoraggiare l’attività fisica e ridurre i livelli di inquinamento, di modo che la pianificazione alimentare vada di pari passo con la creazione di ambienti urbani sempre più verdi, e rafforzare la coesione sociale delle comunità
- riconnettersi con le aree peri-urbane, metropolitane e rurali circostanti; rafforzare i collegamenti urbano-rurali è infatti essenziale per garantire una filiera alimentare sana e sostenibile e offrire accesso ai mercati per i piccoli produttori
Per chi volesse approfondire l’argomento, suggeriamo la lettura del “Position Paper 2020”, interessante documento elaborato dal Gruppo di Lavoro sul Goal 2 di Asvis
TI SUGGERIAMO ANCHE


Rubrica: Agenda 2030 Nazioni Unite - Articolo 7

Rubrica: Agenda 2030 Nazioni Unite - Articolo 6

Rubrica: Agenda 2030 Nazioni Unite - Articolo 5

Rubrica: Agenda 2030 Nazioni Unite - Articolo 4

Rubrica: Agenda 2030 Nazioni Unite - Articolo 3

Rubrica: Agenda 2030 Nazioni Unite - Articolo 2
