Liberarsi dalla plastica in 5 mosse

Chiunque frequenti abitualmente la natura lo sa bene: ormai è quasi impossibile camminare su una spiaggia, passeggiare lungo un fiume o addentrarsi in un bosco senza incontrare detriti di plastica.
Un centinaio di anni fa è stato creato un materiale estremamente innovativo e utile.
Il problema è che tale materiale è stato successivamente utilizzato in modo sempre più massiccio, senza una corretta pianificazione di come avrebbe dovuto essere gestito nel tempo. E il risultato di questo abuso è ormai allarmante: se continuiamo così, nel 2050, negli oceani potrebbe esserci più plastica che pesci.
Quella a cui ci riferiamo noi di Undernature, nella nostra personale lotta all’inquinamento, è soprattutto la plastica usa e getta, quella utilizzata una sola volta prima di essere buttata e che spesso impiega secoli prima di decomporsi: cannucce, sacchetti, bicchieri, bottigliette, imballaggi … sono tutti oggetti che – a causa della cultura ormai radicata dell’usa e getta – rappresentano oggi un pericolo sempre più grave per il nostro ecosistema in generale e in particolare per quello degli oceani di tutto il mondo.
Abbiamo scelto di considerare nostro nemico pubblico n.1 proprio questi oggetti di plastica usa e getta perché essi rappresentano anche la categoria di prodotti rispetto a cui ciascuno di noi, come singolo individuo, può ottenere l’impatto maggiore nella lotta all’inquinamento da plastica.
In che modo? Fondamentalmente vanno cambiate le abitudini di consumo di oggetti di plastica usa e getta, in direzione di una limitazione del loro acquisto/uso così da ridurne, anche di poco, la quantità in circolazione.
Inoltre, se oltre ad assumere questo impegno all’interno delle nostre case iniziamo a raccontare ciò che facciamo agli amici, ai parenti, ai colleghi e postiamo le nostre nuove “green best practices” sui social media che utilizziamo maggiormente, tutto quello che facciamo avrà sicuramente una risonanza maggiore e genererà, per osmosi, ulteriori buone abitudini.
Molti cambiamenti avvengono, infatti, grazie al fatto che le persone discutono i problemi con altri individui all’interno della loro comunità, scrivono lettere ai quotidiani, si rivolgono direttamente alle aziende… E’ spesso grazie al dialogo continuo che certe tematiche riescono a scalare la vetta della notorietà diventando centrali nelle agende politiche dei vari paesi.
D’ora in avanti, questo deve diventare il vostro mantra: “usane meno, riutilizza, ricicla, parla con la gente”.
E visto che ci piace chiudere sempre con alcune green best practices, eccovi una veloce guida (ispirata da Will McCallum, responsabile di Oceans, Greepeace UK) su come eliminare la plastica in 5 mosse:
- Cercate di fare il più possibile acquisti plastic free. Le prime cose da comprare, se non le avete già: una borraccia e una borsa per la spesa (ovviamente non di plastica!)
- Sbarazzatevi il più possibile della plastica che avete in casa. Il messaggio che dovete dare è chiaro: d’ora in poi la plastica usa e getta non è più la benvenuta in casa vostra
- Predicate il vangelo del plastic free intorno a voi. Di solito si dà più credito ad amici e parenti che a ciò che si legge su Internet, quindi diffondete la buona novella che la vita senza plastica è possibile, è più semplice di quanto si pensi e anche il più piccolo gesto in tal senso è estremamente utile
- Programmate la vostra vita senza plastica. Cercate di capire quali negozi/bar/ristornati nella vostra zona sono già “virtuosi” in tal senso e prediligete i vostri acquisti/consumi in quei luoghi.
- Avviate la vostra personale campagna per un mondo senza plastica. Fate, ad esempio, un giro nel vostro quartiere per individuare i locali che usano ancora troppa plastica e… partite con la vostra opera di convincimento! Come? Parlate coi proprietari dei locali in questione di ciò che potrebbero fare per ridurre l’uso della plastica e chiedete ai vostri amici di unirsi a voi nell’invito ai negozianti del quartiere a cambiare le loro abitudini … ogni singola “conversione” ottenuta costituirà un importante contributo al miglioramento complessivo della collettività.